Vicious: Gerald Bruneau ed i Bronzi di Riace

 

20 AGOSTO 2014
 
Il nostro non è l’ennesimo articolo sulla vicenda Bruneau/Bronzi di Riace, piuttosto una rassegna stampa, la raccolta di tutti gli spunti più interessanti che dopo circa un mese continuano a non cessare; la ricostruzione della vicenda così come è stata raccontata dalle principali testate italiane ed internazionali, dagli utenti dei social, da esperti o sedicenti tali che hanno contribuito a fare dell’operazione non solo un fenomeno virale, ma il pretesto per analizzare e toccare svariati argomenti – dai diritti sociali alle politiche culturali, dalle strategie di marketing alle tecniche di conservazione e restauro – aprendo un dibattito se non sempre costruttivo certamente necessario per rimettere in discussione un sistema, quello italiano, che fa acqua da più parti e non è in grado (se non in rari casi) di creare meccanismi virtuosi di divulgazione e gestione dei propri Beni storici e artistici.

Ne parliamo in questa sede, nel blog della galleria, perchè con Bruneau collaboriamo da oltre un anno, dai tempi di La Paolina in Vetrina, a nostra cura, mostra realizzata per chiudere “in bellezza” la parentesi di Opera Unica. Chi volesse approfondire, può leggere il comunicato stampa dell’esposizione del giugno 2013, l’intervista su art a part of cult(ure) di Carlotta Monteverde rilasciata per l’occasione, oppure visionare alcune opere presenti nel sito.

 
Gerald Bruneau - Bronzi di Riace

Scempio, orrore, schifo, deturpazione, speculazione sui pregiudizi, vergognoso attentato. Premesso che la qualità media dei commenti è stata questa, interrotta da grida alle dimissioni di tutto l’apparato statale – dalla Soprintendente ai Beni archeologici della Calabria al Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo – lo “scandalo” ha fatto il giro del mondo in pochi giorni, dall’Inghilterra all’Argentina all’Indonesia, proprio nel momento in cui veniva negato lo spostamento delle due sculture per l’Expo 2015 ed uscivano pubblicamente i primi dati sugli introiti del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria a fronte dei 32 milioni di euro spesi per il restauro.
 
COSA E’ SUCCESSO. Il 31 luglio il sito Dagospia pubblica un articolo in cui racconta l’incursione del fotografo nel museo e la sua trasformazione dei due maschioni greci in icone camp con boa fucsia, tanga leopardato e velo da sposa. Il testo, pensato per la presentazione di una mostra in Germania, è accompagnato dalle immagini e dal video della “performance” e calca la mano sul senso artistico del “blitz”, tralasciando il resoconto oggettivo dell’intera vicenda (d’altronde non era questo lo scopo, né dello scritto, né della sua divulgazione, che è dovuta piuttosto alla necessità di attivare un confronto, attraverso la provocazione, sulle sorti incerte e sulla cattiva gestione del nostro patrimonio culturale).

Scoppia il caso. L’episodio rimbalza di sito in sito; sul Corriere della Sera, a tutta pagina, la sortita di Bruneau diviene pretesto per raccontare, numeri alla mano, il flop di ingressi (e di incassi) a Reggio [Corriere 1 agosto].
Giungono le prime dichiarazioni della Soprintendente Bonomi, che asserisce di non aver autorizzato gli scatti.

La replica di Bruneau arriva con qualche giorno di ritardo, sempre attraverso il sito Dagospia, per proseguire su altri canali:

Questi, all’incirca, i fatti: il botta e risposta con la Soprintendente, le motivazioni, le “rassicurazioni”, le giustificazioni.
 
IL DIBATTITO. Tra le reazioni – quasi tutte di sdegno – e le centinaia di pagine riempite con la stessa notizia, al suon di si è intaccato il linguaggio immortale dell’Arte, della Storia e del Mito o l’orgoglio dei Reggini è stato ferito per sempre, minacce di denunce ed interrogazioni parlamentari, qualche giornalista non si è lasciato abbindolare (solo) dalla facilità della sciorinata di improperi ed ha guardato al caso per fare delle analisi più ampie, o semplicemente per riportare nella giusta dimensione un confronto i cui toni sono risultati fin dall’inizio troppo accesi. Allego alcuni contributi, in ordine cronologico di uscita.

  • Guia Soncini per Repubblica: “AMMETTETELO : nonostante l’esagitata richiesta di Sgarbi di spostarli all’Expo, dei Bronzi di Riace a stento vi ricordavate […] La cosa migliore che può succedere, in questi casi, è che un’opera nuova dia a quella vecchia una botta di vita”. “Non sarà mica lesa virilità molto prima che lesa opera artistica?”… Chi ha paura del velo e del tanga sui Bronzi di Riace
  • Lidia Zitara su Giardinaggio Irregolare: “Osceno, sadico, brutto, schifoso, cattivo, illegale, IMMORALE sono parole che nella definizione dell’opera d’arte non sono pertinenti” “L’inintenzionalità dell’opera d’arte è un fenomeno accuratamente analizzato da filosofi […]” “Il Kitsch è un’arte di cui pochissimi sono stati padroni”… I Bronzi di Riace nell’allestimento di Gerald Bruneau (quello scandaloso)
  • Mauro F. Minervino, L’Ora siamo noi: “[…] non c’è più posto per i sottintesi peccaminosi e reificati che sino a pochi anni orsono esiliavano l’arte gay fuori dai musei.” “I Bronzi di Riace sono il simbolo identitario della perenne occasione mancata calabrese.” “Spropositato, soprattutto in passato, il numero di custodi assunti per gestire il nulla.”… Due o tre considerazioni su Bronzi, manichini e pistole taser anti-Bruneau
  • Marco Benoît Carbone per Zoomsud.it: “[…] trasformano un gesto tutto sommato banale di sovversione artistica in un irreparabile attentato all’integrità morale delle opere e della Regione tutta.” “[…] per le nostre classi dirigenti il patrimonio artistico è solo un feticcio identitario da cavalcare.” “L’obiettivo di Bruneau è un incitamento alla differenza, alla pluralità e al dissenso”… Cari calabresi, l’attacco a Bruneau per i Bronzi è vagamente omofobo
  • Barbara Martusciello su art a part of cult/ure: “[…] il nostro fotografo non necessita di pubblicità di questo tipo, che rischia di relegarlo nell’ambito del cafonal o dello scandalo-a-tutti-i-costi. ” “Come spesso avviene, riprovazione e turbamenti privati e pubblici colpiscono l’Arte e non, piuttosto, l’abominio reale […]” “Anarchicamente, questa è arte politica.” “L’arte non è un sacello sacro intoccabile ma è qualcosa di semprevivo che si può discutere, ridiscutere, citare, de-liturgicizzare” “La lesa maestà di cui si accusa Gerard Bruneau nasconde, invece, uno sdegno conservatore (meglio usare un più efficace sinonimo: reazionario) per la lesa virilità maschia, etero dei Bronzi e, dunque, uno svelamento di arretratezza sociale, etica, culturale”… Perché parlarne ancora. Gerald Bruneau, I Bronzi di Riace, provoc-azione tra scandalo e omofobia

CONTINUA…

  • 10 settembre 2014. Su Dagospia le foto inedite di Gerald Bruneau all’altro Bronzo di Riace: “1. Gerald Bruneau, il fotografo che truccò il Bronzo di Riace bello e muscoloso con tanga e coroncine, scodella le immagine inedite dell’altro Bronzo, il Vecchio – 2. E lo fa apparecchiando un racconto-sogno-incubo per Dagospia: «ora fotografandomi nudo o vestito da pagliaccio, non vedrai mai la mia verità. serve un velo, per non uccidere il mio mistero, per non evaporare la mia anima…»”
    Le foto inedite di Gerald Bruneau all’altro Bronzo di Riace, “il Vecchio”, velato come la Verità
  • 7 novembre 2014. Marco Benoît Carbone su Scenari: “l’operazione di Bruneau ha risvegliato in poche ore un modello isterico e mostruoso di identità che prospera in un’ideologia meschina e gelosa e non fa fatica a invasare folle di avatar, esteti improvvisati, aspiranti storici e agitatori di forconi.” “Intoccabili come dei testi sacri, questi Bronzi sono diventati dei simboli irrigiditi, chiusi, sterili.” “Il fatto che opere d’arte diventino feticci religiosi è l’esito infelice di decenni di abbandono delle risorse materiali e simboliche calabresi da parte delle istituzioni […]” ” I demagoghi del purismo culturale sono la cartina di tornasole del punto di non ritorno in una situazione di profonda arretratezza nel concepire e trattare i beni pubblici o semplicemente vivere il presente nelle sue forme e nei suoi linguaggi.” … I Bronzi, il Bruneau-gate e il destino di Reggio

 


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