ANTONIO DEL DONNO, TAGLIOLA

 
tagliola
 

Galleria Opera Unica – dal 29 aprile al 5 maggio 2011

 

Un semicerchio e delle linee; oltre due metri per una scultura in ferro battuto piatta e sottile come un disegno; tratto fermo che incide lo spazio con la sua bidimensionalità. Tagliola è il titolo di quest’opera di Antonio Del Donno (Benevento, 1927), concepita e realizzata nel 1972, parte di una più lunga serie di Tagliole, sia pitture che sculture, la cui realizzazione ha avuto termine nel 1983.
Mostrata al pubblico solo altre due volte, l’opera verrà presentata dopo quasi quarant’anni di assenza da Roma, e dopo una recente apparizione ad una mostra dal titolo “Evoluzioni di Antonio Del Donno” tenutasi al Museo Baggellini a Pieve di Cento.
Tagliola nacque in un momento preciso, in un contesto preciso: sono gli anni in cui il linguaggio sintetico e gestuale dell’artista va sempre più consolidandosi, gli anni della maturità artistica, di maggiore forza e vigoria. Escluso dalla redazione di una neo-nata rivista d’arte che nel Sud Italia, e a Benevento in particolare, (dove l’artista ha deciso di risiedere nonostante il decentramento e la marginalità rispetto alle “capitali” dell’arte) stava “reclutando” gli “addetti del settore” di “maggior rilievo”, Antonio Del Donno si sentì non solo schiacciato, vittima del potere, TAGLIATO fuori dall’ambiente artistico, ma soffocato ed oppresso da un mondo di piaggerie e compromessi cui non poteva sottostare.
In questo clima di sfida e sfiducia nasce la Tagliola.
Depurata dalle contingenze e dai rimandi al quotidiano, oggi che quegli umori sono sopiti e rimangono solo ricordi di gioventù, l’opera, messa in disparte per anni ma non dimenticata dall’autore, diventa simbolo, facendosi portatrice di significati universali di sofferenza, esclusione ed isolamento ma anche di risposta costruttiva ad un potere che spadroneggia, da dissacrare ed indebolire attraverso la forza dell’arte.
Antonio Del Donno, pittore, scultore, artista che ha attraversato indenne più di cinquanta anni di storia dell’arte, vivendo ed anticipando alcune delle maggiori correnti che si sono affacciate sul panorama nazionale dal dopoguerra ad oggi, propone, attraverso quest’opera, l’immagine sempre attuale della costrizione e del suo riscatto.