Waiting | Wright Grimani

 

Waiting veduta dell'installazione

 

Galleria Opera Unica, 21-27 gennaio 2013

A cura di Barbara Martusciello

 

Negli spazi della Galleria Opera Unica -una sorta di vetrina dell’arte, essenziale white-cube visibile interamente dalla strada 24 ore su 24 e riservata a rotazione all’esposizione dell’opera di un solo artista ad ogni appuntamento – si inaugura Waiting di Wright Grimani accompagnata da un testo critico di Barbara Martusciello.
L’installazione è incentrata sul tema della Televisione, delle sue contraddizioni profonde a partire da una sua presunta neutralità e muove da una riflessione sul peso che il linguaggio della comunicazione esercita sulla società. Come scrive B. Martusciello, “(…) Omaggiando i tanti artisti che hanno riflettuto sul rapporto con i Media, prospettando personali addentellati tra Arte e Tv e inevitabilmente passando dal Karl R. Popper di Cattiva maestra televisione, Grimani sembra accettare una tesi di quest’ultimo, il suo monito che «Una democrazia (…) non può esistere a lungo fino a quando il potere della televisione non sarà pienamente scoperto»(…)”.
L’allestimento dell’artista è eloquente ma reca in sé una certa atmosfera misteriosa, quasi noir, ricostruendo una scarna scena ospedaliera, con una sedia vuota, un branda da sanatorio, un camice abbandonato, un interruttore… Sul letto si immagina un paziente sotto le lenzuola, la cui sagoma è abbozzata dal volume del suo corpo; ma al posto della testa v’è un televisore acceso su un canale morto. Che si tratti di un uomo-televisivo, di una tv umana o di entrambe le cose, si rimanda alla fine dell’era dell’Homo Video: forse già superata da un pezzo grazie a Internet, alle tante piazze virtuali e ai Social-Network.
Il camice appeso richiamail segno dellacapitolazione di fronte all’impossibilità di intervenire come fruitore realmente critico e attivo. La sedia vuota rappresenta l’assenza di chi – il pubblico ma anche gli operatori e il popolo – si è sentito tradito e non è più disposto ad assisteredogmaticamente, a continuare in qualche modo a essere complice di un Sistema mediale prima di tutto commerciale, politico e di potere.
Paradossalmente, i ruoli e i campi operativi si sono invertiti:l’artista non crea l’ambientazione di una diretta televisiva su un dramma umano ma del dramma televisivo vissuto in diretta, nel reale, dagli umani. Che guardano da dietro un vetro l’evento lento, ripetitivo, ineluttabile.

 

Organizzazione: Takeawaygallery
Comunicazione: Macchioni Communication

 

 

• Il backstage e la photogallery su Artribune [Guarda]

• Per approfondire il rapporto tra arte e televisione, il “micro-saggio” di Barbara Martusciello su art a part of cult(ure) [Leggi]

During and after Waiting: video interviste a cura di Wright Grimani ed Ovidiu Paulescu [You Tube]

• Il video di Vista Agenzia Televisiva Nazionale [Vedi]

• Il servizio del TG3 Lazio andato in onda il 21 gennaio [Servizio]