GEORGES DE CANINO
GOLEM – IL FANGO E IL SANGUE:

GIOVANNI PALATUCCI 10 FEBBRAIO 1945 – 10 FEBBRAIO 2011

Galleria OPERA UNICA, 10 – 18 Febbraio 2011

 

10 febbraio: giorno dell’inaugurazione della mostra/evento dell’artista di adozione romana Georges de Canino, che si terrà a partire dalle 18.00 presso la Galleria Opera Unica, ma anche Giorno della memoria di efferatezze e atrocità, ed ancora data in cui si è spento Giovanni Palatucci, Golem moderno, simbolo e oggetto di questa installazione.
In quest’opera d’arte contemporanea, di memoria e di storia, nomi, luoghi e numeri ricorrono, ritornano, si intrecciano.

 

Georges de Canino

 

Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria, con legge dello Stato voluto 10 anni orsono per celebrare e commemorare, ricordare e mantenere vive nelle nostre coscienze le vittime del nazifascismo, della Shoah, ma anche tutti coloro che hanno messo a repentaglio la propria vita per evitare che questo abominio fosse commesso.
Giovanni Palatucci (1909 – 1945) era un funzionario di Polizia della Questura di Fiume, un uomo di mondo e di diritto, un uomo che ha messo il suo “potere” al servizio del Bene; dottore in Legge, che attraverso la conoscenza della legge ha potuto mettere in salvo, far fuggire, restituire alla vita si stima circa 5.000 persone; strappati alla morte grazie al suo coraggio e a quello dei suoi giovani collaboratori. Servo di Dio, Giusto tra le nazioni, ucciso il 10 febbraio del 1945 nel campo di sterminio di Dachau, condannato dai tedeschi per aver salvato e protetto ebrei, slavi ed antifascisti.
Questi eventi si fondono, si fanno tutt’uno, dando vita al mondo poetico di questa mostra. Una storia scritta col colore e fatta di comunione, che parla di sangue e di bene, di fango e di terra, di ricordo e di memoria.
Giovanni Palatucci è un Golem moderno, simbolo di Bene e Verità. La sua figura, a cui Georges de Canino ha dedicato più di 20 anni di studio, diviene il fulcro dell’installazione. E’ colui che ispira il dipinto in bianco e nero che riempie la Galleria Opera Unica: plastico e vivido, quanto mobile ed evanescente, si stende dall’alto per mostrarci ai suoi piedi, sparsi sul pavimento della galleria, riviste e quotidiani d’epoca, fascisti e nazisti, testimoni delle atrocità cui il popolo ebraico e tutti coloro considerati non-uomini hanno dovuto sottostare, testimoni della forza necessaria a combatterli.
Non è la semplice celebrazione della persona. Palatucci si fa strumento attraverso il quale compiere un gesto collettivo: presso la Takeawaygallery (via della Reginella 11) saranno presenti un centinaio di lumini bianchi che coloro che interverranno all’evento potranno prendere ed installare altrove, dove infine verranno accesi. Gesto laico ma sacro, dove una comunità di persone si muove all’unisono per ricordare le vittime innocenti, le proprie vittorie, le proprie speranze.
Importante è anche la scelta delle gallerie: entrambe site in via della Reginella, una delle vie più significative dell’ex Ghetto di Roma, non solo perché, così stretta e lunga, è ancora simbolo e memoria dei luoghi angusti in cui, per secoli, gli ebrei sono stati costretti a vivere, ma anche perché è stata una delle ultime vie annesse al quartiere (inizio ‘800), in cui si permetteva per la prima volta agli ebrei di vivere in case fatte di pietra piuttosto che di fango. Simbolo di rinascita e di diritti negati, diritti spezzati e spazzati via dal ‘900, dove una piccola strada divenuta emblema di integrazione diviene la principale via attraverso la quale deportazioni e sangue si fanno largo.

 

Georges de Canino, italo-francese, artista di fama internazionale, da oltre trent’anni lavora sulle immagini ebraiche e sull’immagine dell’identità dell’eroe, nel segno e nel colore, tra installazione e pittura. Con questa mostra vuole rendere omaggio, attraverso la figura straordinaria di Giovanni Palatucci, a tutti coloro che ogni giorno lottano ed hanno lottato per perseguire il bene comune, la Verità; vuol regalare un momento di partecipazione collettiva ed  attiva; vuol dimostrarci che l’arte ricorda e non dimentica l’antifascismo, la resistenza e la deportazione.
L’installazione viene accompagnata dai suoni del musicista Maurice Uzzan (nato a Roma, vive tra Tel Aviv e Roma): una colonna sonora di sottofondo composta per l’occasione, che interpreta, attraverso sonorità elettroniche, le atmosfere dell’opera. “Il ritmo sensuale e possessivo evoca la potenza fisica del Golem e di un eroe reale, vero, i cui muscoli ci trascinano in una libertà dell’anima e dell’aria.”

 

 

APPROFONDIMENTI

 

• Il testo critico in pdf di Roy Doliner: clicca su GOLEM

L’articolo di Paolo Di Pasquale su art a part of cult(ure)

• Sul mensile Rassegna uno speciale dedicato all’evento con photogallery della serata a pg. 26-27: Rassegna_1_3_2011_low

 

Progetto: Associazione Nazionale Reduci della Prigionia, dell’Internamento, della Guerra di Liberazione e loro famigliari A cura di: Roy Doliner e Enzo Orlanducci Musica di: Maurice Uzzan Coordinamento artistico: Carlotta Monteverde Organizzazione: Takeawaygallery Patrocini: Comune di Roma, Comunità Ebraica di Roma – Dipartimento Cultura, Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento, dalla Guerra di Liberazione e loro Familiari. Si ringrazia: Associazione Nazionale Miriam Novitch, Centro “48” Zi Raimondo, Libreria-galleria il museo del louvre Roma, Rav Alberto Funaro, M.o Valter Di Castro.