ARTE CONTEMPORANEA DA LE ARTIGIANE

Sei appuntamenti da gennaio a giugno 2016

 

Le Artigiane ospitano Takeawaygallery.

 

Le Artigiane | via di Torre Argentina 72, Roma

 

Da gennaio a giugno 2016, una settimana al mese, Le Artigiane accoglie, anche su proposta della Takeawaygallery, una mostra di arte contemporanea per presentare organizzazioni che generalmente operano in contesti diversi da quello in questione: fuori dal centro storico o in altre città. L’intento è di creare non solo sinergie tra due ambiti ben delineati ma di coinvolgere pubblici distanti per allargare la diffusione della conoscenza delle rispettive discipline.

 

A seguire, scendendo lungo la pagina, i comunicati stampa e il materiale (rassegna stampa, fotografie, ecc…) di ciascun evento. Invece al link “Per approfondire” un articolo uscito di recente con il progetto spiegato per esteso.

 

 

Per approfondire

 


 

L’Arte della frontiera Est

Le Artigiane ospitano il M.A.R.T. – Movimento Artistico Roma Trieste

 

 

Corrado Alzetta, Franca Batich, Patrizia Bigarella, Ennio Cervi, Francesco Demundo, Susanna De Vito, Christian Fermo, Mauro Martoriati, Patrizia Mikol, Claudia Raza, Franco Rosso, Tullio Sila, Magda Starec Taucer

 

Le Artigiane, in collaborazione con Takeawaygallery, presentano il M.A.R.T. – Movimento Artistico Roma Trieste presso lo show-room in via di Torre Argentina 72 a Roma: una esposizione di tredici artisti provenienti da Trieste, capoluogo di quella Regione Friuli Venezia Giulia che testimonia il paradosso vivente di un territorio di frontiera che ha saputo storicamente diventare un laboratorio in cui si sono sperimentati tutti i temi centrali della crisi novecentesca.
 

L’obiettivo della Rassegna è quello di suggerire nuove ipotesi di lettura e di indagine sul fare arte in una zona di confine, che è quella dell’est e che ha vissuto le contraddizioni di luogo conteso, con tutte le lacerazioni conseguenti, gli azzardi culturali, i rimescolii ideologici, gli amori contrastati e le tensioni forti che nascono da separazioni e spaccature. Ma i confini rimangono anche dei modelli semplificati per esprimere quei limiti che la nostra percezione impone di determinare, prefigurando una generale approssimazione della realtà, pur rimanendo tuttavia elementi di separazione di due spazi, di persone e di ideologie. L’arte sa registrare i travagli vissuti da una società e nella mostra presso Le Artigiane i suoi protagonisti dimostrano come questa terra abbia saputo dare molto, filtrando, indagando e assorbendo gli stilemi e le istanze della cultura di frontiera mitteleuropea. Una rassegna che consentirà ai fruitori di interpretare e di riflettere attraverso l’occhio dell’arte le mutazioni sociali in corso, lungo uno scenario culturale dove le opere iniziano a dialogare e a far dialogare aprendo nuovi orizzonti.

 

L’Arte della frontiera Est | Le Artigiane ospitano il M.A.R.T. – Movimento Artistico Roma Trieste

 

Corrado Alzetta, Franca Batich, Patrizia Bigarella, Ennio Cervi, Francesco Demundo, Susanna De Vito, Christian Fermo, Mauro Martoriati, Patrizia Mikol, Claudia Raza, Franco Rosso, Tullio Sila, Magda Starec Taucer

 

A cura di Franco Rosso

 

Inaugurazione: venerdì 3 giugno ore 18.30 | Dal 3 all’11 giugno 2016

 

Le Artigiane

via di Torre Argentina 72, Roma
06.68309347 info@leartigiane.it
ingresso gratuito

 

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Le foto della mostra »

L’articolo di Martina Seleni, Una triestina a Roma »

 

 

 

 


 

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VISIONI

Le Artigiane ospitano il CFC – Centro di Fotografia e Comunicazione di Pescara

 

 

Federica Antonioli, Cristina Bozzelli, Maurizio Castagna, Valentina Di Girolamo, Silinda Di Lallo,Antonella Di Paolo, Enrica Doris, Pierluigi Faragalli, Federica Matteucci, Sara Menchini,Giulia Negro, Massimiliano Perelli, Antonio Pigliacelli

 

Inaugura sabato 23 aprile il quarto appuntamento dedicato all’arte contemporanea, una collaborazione tra Le Artigiane e Takeawaygallery. Il CFC – Centro di Fotografia e Comunicazione di Pescara è il protagonista della “settimana di scambio e rete tra realtà diverse” sotto il lucernario in via di Torre Argentina 72 a Roma, e presenta due serie di lavori degli studenti dell’anno di corso 2015-16: Photojournal, diario per immagini che prende vita in forma di trittico; To Be Me, incentrato sulla percezione del sé.
 

Con il CFC è la volta di un’Associazione e di un progetto dedicati interamente alla fotografia: in bianco e nero o a colori, Federica Antonioli, Cristina Bozzelli, Maurizio Castagna, Valentina Di Girolamo, Silinda Di Lallo, Antonella Di Paolo, Enrica Doris, Pierluigi Faragalli, Federica Matteucci, Sara Menchini, Giulia Negro, Massimiliano Perelli e Antonio Pigliacelli (molti dei quali hanno interpretato le due sequenze) hanno sviluppato in tre/quattro mesi dei “racconti” con cui approfondire una ricerca in entrambi i casi soggettiva, il proprio volto (carattere, personalità), la propria quotidianità. To Be Me è composto da undici autoritratti psicologici che indagano le caratteristiche significative dell’indole attraverso uno sguardo, un contesto, un oggetto caro. Rappresentare se stessi è tutt’altro che semplice: significa mettersi in gioco, riflettere su come gli altri ci vedono e su come vorremmo essere visti; mettersi a nudo davanti all’obiettivo. Un’idea da trasformare in immagine, ponderata, contrapposta alla maggiore spontaneità del “diario giornaliero”, dal quale sono stati estrapolati tre lavori a partecipante. Scattare una fotografia al giorno per 90 giorni: questo il compito assegnato ai tredici autori. Un diario costante in cui condensare le 24 ore in un unico “riassunto” che parli di un luogo, un’atmosfera, trasmetta un’emozione, positiva o negativa. Ogni corsista ha creato il proprio Photojournal anche “fisicamente”: stampando e incollando le fotografie, scegliendo l’impaginazione, il supporto e le didascalie. «Abbiamo estrapolato – racconta Emanuela Amadio, docente del CFC – tre foto per studente e lavorato su una piccola serie per ciascuno: trittici che hanno un tema in comune, o che a livello estetico sono simili, per analogia. Come se fossero tanti progetti».
 

Il CFC – Centro per la Fotografia e la Comunicazione nasce nel 2010 su iniziativa di Andrea Buccella, fotografo di origini abruzzesi che, dopo aver studiato fotografia di moda presso il Central Saint Martin College e Communications al London Metropolitan University, inizia a collaborare con riviste di moda e cultura nazionali e internazionali, tra cui Vogue.it, L’Officel, Italia. i-D magazine, Elle, Nowfashion, Purple.
Il CFC offre un percorso di studi completo: dai corsi base, orientati all’uso della reflex, ai corsi avanzati, per avvicinarsi all’idea di progettualità, fino a classi dedicate a generi specifici, paesaggio, reportage, moda, ritrattistica.
Affiancato dopo poco tempo da Giancarlo Bomba – specializzato in reportage, postproduzione digitale, e grafica pubblicitaria; con una predilezione per la narrazione e le “storie”; si occupa al CFC di street photography e, appunto, reportage, perché gli consentono di entrare in contatto con le persone – e Emanuela Amadio – storica dell’arte e della fotografia, con una formazione accademica in Beni Culturali e una preparazione settoriale che spazia dalle tecniche antiche di stampa al paesaggio urbano; segue le classi di storia della fotografia, i corsi base e avanzato e la gestione degli eventi espositivi – oggi il CFC si avvale anche della collaborazione di docenti esterni in occasione di workshop o insegnamenti specifici, per garantire uno sguardo aggiornato sul panorama fotografico italiano.
Con ogni professore che si occupa di un argomento particolare (ritratto/moda, paesaggio, reportage) per offrire un’impostazione il più possibile plurale all’approccio all’immagine; lo studio della teoria affiancata alla storia della fotografia, che solitamente non trova spazio nei corsi di formazione e che consente agli allievi di avere dei solidi punti di riferimento; e la convinzione che le conoscenze tecniche siano un mezzo e non un fine, attraverso il quale sviluppare la propria idea, stimolando la creatività dei singoli e incentivandone una visione personale, il Centro di Fotografia e Comunicazione di Pescara è oggi una delle realtà di riferimento per la fotografia nella Regione Abruzzo, con nuove sedi in apertura nel 2017.

 

TO BE ME
A cura di Emanuela Amadio e Giancarlo Bomba, Corso avanzato AA 2015/16
Autori: Federica Antonioli, Cristina Bozzelli, Maurizio Castagna, Antonella Di Paolo, Enrica Doris, Pierluigi Faragalli, Federica Matteucci, Sara Menchini, Giulia Negro, Massimiliano Perelli, Antonio Pigliacelli
 
PHOTOJOURNAL
A cura di Emanuela Amadio e Giancarlo Bomba, Corso base e avanzato AA 2015/16
Autori: Federica Antonioli, Cristina Bozzelli, Maurizio Castagna, Valentina DI Girolamo, Silinda Di Lallo, Antonella Di Paolo, Enrica Doris, Pierluigi Faragalli, Federica Matteucci, Sara Menchini, Giulia Negro, Massimiliano Perelli, Antonio Pigliacelli

 

VISIONI

Le Artigiane ospitano il CFC – Centro di Fotografia e Comunicazione di Pescara

 

Inaugurazione: sabato 23 aprile ore 18.30 | Dal 23 al 30 aprile 2016

Orari mostra: lunedì–sabato 17.00-19.00

 

Le Artigiane

via di Torre Argentina 72, Roma
06.68309347 info@leartigiane.it

 

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Il video dell’inaugurazione di Marco Sibillio »

 

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Casa degli Artisti di Sant'Anna del Furlo

TOTEM

Le Artigiane ospitano Casa degli Artisti di Sant’Anna del Furlo

 

Giovedì 24 marzo 2016 ore 18.30

 

Paolo Angelosanto, Primarosa Cesarini Sforza, Sara Davidovics, Cecilia De Paolis, Yvonne Ekman, Lughia, Paola Romoli Venturi, Germano Serafini, Antonio Sorace, Patrizia Trevisi, Fiorenzo Zaffina

 

Terzo appuntamento con l’arte contemporanea da Le Artigiane a Roma: dal 24 al 31 marzo a essere ospitata sotto il lucernario di via di Torre Argentina 72 la Casa degli Artisti di Sant’Anna del Furlo, con le opere di Paolo Angelosanto, Primarosa Cesarini Sforza, Sara Davidovics, Cecilia De Paolis, Yvonne Ekman, Lughia, Paola Romoli Venturi, Germano Serafini, Antonio Sorace, Patrizia Trevisi e Fiorenzo Zaffina. L’esposizione rientra nel progetto, voluto da Le Artigiane in collaborazione con la Takeawaygallery, di presentare nella Capitale realtà che operano in località distanti dalle rotte principali del contemporaneo, di creare occasioni di visibilità ma soprattutto sinergie tra due ambiti ben delineati e tra pubblici diversi per allargare la conoscenza delle rispettive discipline, arte e artigianato.
 

La Casa degli Artisti prende vita nella Riserva naturale della Gola del Furlo nel 2011 grazie alla volontà e all’impegno di Andreina De Tomassi, giornalista, e Antonio Sorace, scultore. Associazione non profit nonché Residenza Creativa, si occupa tanto di territorio e ambiente che di produzione culturale: della «salvaguardia della biodiversità, non solo vegetale, e la difesa dell’arte sostenibile». Già nel 2010 le prime attività con le Passeggiate d’Arte; mentre dall’unione della Residenza e delle Passeggiate nasce la Land Art al Furlo, quest’anno alla VII edizione. La decisione di molti autori di donare la propria installazione ha trasformato il distretto in un Parco-Museo con oltre cinquanta opere in permanenza, ma Casa degli Artisti non significa solo arti visive: l’Associazione organizza incontri, conferenze, tavole rotonde volte ad approfondire storia, peculiarità e tradizioni della zona; ospita una Biennale di Poesia (La Zattera dei Poeti); ha coprodotto un documentario e un album musicale. Un impegno costante nello sviluppo di una «politica culturale gestita dal basso, privata e indipendente».
 

A Roma presso Le Artigiane presenta i lavori di undici artisti, la maggior parte dei quali hanno preso parte all’ultima edizione di Land Art al Furlo. Scultori, fotografi, performer: uno spaccato eterogeneo delle ricerche rintracciabili tra il bosco, le torri colombaie e il suggestivo canyon percorso dal fiume Candigliano. Che però qui si esprimono in relazione allo spazio chiuso, proponendo attraverso una o due opere ciascuno una sintesi della propria recente produzione.
La Casa degli Artisti presenta infine anche il bando della settima edizione di Land Art al Furlo – in scadenza il 1° maggio – che nel 2016 ha come tema il Totem, «inteso come elemento di scrittura verticale»: si chiede a ciascun autore di “scrivere un racconto”, di «confrontarsi con questo “albero parlante”, che estende le sue radici nell’inconscio collettivo, e celebrare un grande rito intorno ai totem, per chiudere un ciclo e augurarne uno altrettanto felice».

 

Paolo Angelosanto (nato a S. Denis, Francia) usa il corpo come mezzo espressivo, e le fotografie e i video come testimonianza delle sue performance. Lavora su progetti sperimentando diversi linguaggi, disegno, scultura e pittura, con una preferenza per il video e la fotografia. In Controcorrente (performance del 2015 di cui espone il manifesto) e I Fiori del Mare, olio e acrilico su tavola, una riflessione sul viaggio della speranza dei migranti che stanno sbarcando in Italia, lega natura, impegno e problematiche sociali; acqua, viaggio, speranza.

 

Primarosa Cesarini Sforza è nata a Bologna, vive e lavora a Roma. Dal 1969 svolge un’ininterrotta attività espositiva sia in Italia che all’estero: Roma, New York, Parigi, Tangeri, Madrid, Colonia, Lisbona, Il Cairo, Istanbul, Bilbao; e ha partecipato a varie manifestazioni come ARCO, Arte Fiera Bologna, Basil Art Fair, Paris Beaubourg, Stockolm Art Fair, Artissima di Torino, Salon d’Art Contemporain de Montrouge, Moussem (Festival) Culturel d’Asilah (Marocco), Chicago Art Fair, Prima Biennale d’Arte di Sharja (Dubai), Premio Michetti e molte altre.

 

Sara Davidovics è poeta, performer e artista intermediale. Nata nel 1981 a Roma, la sua ricerca ruota attorno al concetto di sovrapposizione cognitiva tra immaginazione, memoria e dati di realtà. Il luogo indagato è quello della soglia e della relazione tra i segni come operazioni crossover, contaminazioni, (ri)mappature. È autrice di scritture lineari e visuali, video-poesie, partiture per voce, libri-oggetto. Tra le ultime mostre: 4+1, personale, Galleria Interno 14, Roma; Land Art al Furlo, Parco Museo Sant’Anna del Furlo; Generazione Y, Museo MAXXI.

 

Cecilia De Paolis nasce a Lanciano, Abruzzo, nel 1968. Intraprende una carriera come costumista cinematografica fino al 2013, ma già dal 2009 sviluppa e realizza le proprie “intuizioni”, gli abiti-scultura, sintesi della sua spinta esistenziale. Nel 2012 ha la prima personale curata dalla costumista Marina Sciarelli e, nello stesso anno, espone “Olenellus Thompsoni” alla Triennale di Milano, nell’ambito della manifestazione “Dracula e il mito dei vampiri”; nel 2014 è invece in mostra al National Museum of History di Taipei.

 

Yvonne Ekman di provenienza nord europea, vive e lavora da tempo a Roma. Si occupa di musica e di ceramica. Come ceramista ha orientato l’attività verso la scultura elaborando le caratteristiche plastiche dell’argilla. Ha partecipato a laboratori in Francia, Inghilterra e Italia sviluppando un suo stile che coniuga una ricerca sulla forma e sui colori con una sensibilità alle tematiche civili e sociali. Spesso adopera la tecnica di cottura raku. Negli ultimi anni ha sviluppato un interesse per la Land Art creando alcune installazioni.

 

Lughia sperimenta più modalità espressive: scenari di sabbie e sassi, ombre dell’assenza umana, immagini digitali, stampe su alluminio e plexiglass, sculture di ferro e assemblaggi si accompagnano a performance e installazioni nella natura. Oggetto di indagine sono la memoria, la rappresentazione simbolica e il rapporto dell’uomo con la dimensione tempo. Un’esposizione permanente di sue “architetture di sabbia” è nel Borgo di Calcata. Nel 2009 il Soprintendente al Polo Museale di Roma la dichiara migliore artista del 2008. Nel 2011 è alla 54° Biennale di Venezia. Nel 2013 riceve il Premio Salvi.

 

La ricerca di Paola Romoli Venturi è legata al valore della trasparenza come mezzo per comunicare, che ‘predispone il visitatore a “guardare attraverso”, a non distogliere lo sguardo ad osservare le cose per riflettere’. Nel suo lavoro tocca temi sociali, creando spazi disegnati da luci ombre e suoni, utilizzando diversi mezzi espressivi. Tra i progetti: Traspaquadri (2004/2006), La Sentenza_Das Urteil (2009/2010), PTV_ Paola Trash Vortex (2012/2016), Salva La Tua Balena! (2013/2016), MANTRAreading (2015) e AD PINEAM (2016).

 

Germano Serafini, fotografo, lavora principalmente su pellicola. Le sue immagini sono il risultato di un’esperienza maturata tra reportage, still-life, fotografia di architettura e di scena, con un’attenzione per la natura e il sociale. Nella sua ricerca il linguaggio fotografico, ancor prima della rappresentazione della realtà, si concentra su forme e colori della stessa con un equilibrio formale generato dalla scelta accurata della luce e del punto di vista. La matrice fotografica è alla base anche dei suoi lavori installativi e performativi.

 

Antonio Sorace (Roma, 1952), scultore, è fondatore della Casa degli Artisti. Il suo “corpo a corpo” con la materia è continuo. Dal cero più alto del mondo, in collaborazione con Arnaldo Pomodoro, alle teste omeriche in pietra rosa del Furlo e pietra bianca delle Cesane (“Venti di Pace”), alle resine e smalti del “Tuffo”, un gesto architettonico installato su una diga, fino ai totem lignei dell’ultimo periodo. Molte sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.

 

Patrizia Trevisi nasce come illustratrice per ragazzi, ha lavorato come art director in pubblicità, creato manifesti cinematografici. Le sue opere sono in Italia, Inghilterra, Svizzera, Austria, Turchia, Caraibi, Costa d’Avorio, Marocco, Emirati Arabi, Qatar, Ucraina, Norvegia. Ha realizzato grandi opere nello Stadio Olimpico, nel Club del Tennis e nella Hall delle piscine di Roma. Ha progettato eventi e spettacoli per l’Accademia di Francia, per il Festival RomaEuropa, per Radio Città Futura e Mediaset. Ha esposto in varie mostre personali e collettive.

 

Fiorenzo Zaffina nasce a Lamezia Terme, vive e lavora a Roma. Innumerevoli le mostre personali e collettive. Di lui scrive Claudia Quintieri: «Vuoto e pieno, esterno e interno: sono le caratteristiche più evidenti del lavoro di Zaffina. Sfondare i muri con il martello pneumatico e ricoprirli di un colore vivace ha un suo iter che si risolve nel tempo. Così il vuoto dello sfondamento diventa il pieno dell’opera e l’interno del lavoro diventa l’esterno dell’opera. […]Lo scavo va a cogliere ciò che il muro ha assorbito negli anni, nella sua storia, ciò che dentro di esso si trova».

 

TOTEM

Le Artigiane ospitano la Casa degli Artisti di Sant’Anna del Furlo

 

Paolo Angelosanto, Primarosa Cesarini Sforza, Sara Davidovics, Cecilia De Paolis, Yvonne Ekman, Lughia, Paola Romoli Venturi, Germano Serafini, Antonio Sorace, Patrizia Trevisi, Fiorenzo Zaffina

 

Le Artigiane

via di Torre Argentina 72, Roma
06.68309347 info@leartigiane.it

 

Con il Patrocinio della Provincia di Pesaro e Urbino

Inaugurazione: giovedì 24 marzo ore 18.30 | Dal 24 al 31 marzo 2016

Orari mostra: lunedì–sabato 17.00-19.00

 

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MINIGALLERY Assisi

FIERAE

Le Artigiane ospitano la MINIGALLERY di Assisi

 

Sabato 23 gennaio 2016 ore 18.30

 

Sonia Agosti, Stefano Frascarelli, Sergej Glinkov, Giancarlo Savino, Angelo Zanella

 

Dal 23 al 30 gennaio riprendono gli appuntamenti con l’arte contemporanea presso Le Artigiane a Roma: dopo Radiate Diffraction è la volta della MINIGALLERY di Assisi, che presenta le opere di Sonia Agosti, Stefano Frascarelli, Sergej Glinkov, Giancarlo Savino e Angelo Zanella. La mostra, dal titolo Fierae, rientra nel progetto, voluto dalle padrone di casa Livia Carchella e Bruna Pietropaoli assieme alla Takeawaygallery, di ospitare con cadenza mensile, sotto il famoso lucernario, gallerie e non profit, ciascuno con un progetto ad hoc, per attivare un dialogo e uno scambio tra i due distinti settori di competenza: l’arte contemporanea e l’artigianato.

 

La MINIGALLERY nasce alla fine del 2009: partita originariamente con un nucleo di artisti umbri e da un forte radicamento sul territorio, vanta oggi interventi sempre più estesi, sia coinvolgendo artisti nazionali – che espone nella sede di Assisi – sia muovendosi all’esterno del proprio spazio, organizzando mostre e installazioni in luoghi pubblici della regione, in Umbria, o fuori. Alla base dello spirito della MINIGALLERY vi sono le frequenti collaborazioni con altre gallerie o Istituzioni, che le hanno permesso di diventare una delle realtà più attive della zona, e di cui questa presso le Artigiane rappresenta la prima occasione di sortita “ufficiale” a Roma.

Fierae – il cui titolo gioca anche con l’idea di fiera, intesa come momento di visibilità, considerando il passo dalla provincia alla capitale – racconta non tanto una tematica comune “affidata” ai singoli artisti, quanto un’attitudine complessiva nell’approccio all’arte degli autori seguiti dalla galleria: un’idea “animalesca (fiera)” della pittura, che si riscontra nei soggetti, nei colori dissonanti, nelle superfici infiammate. Ciascuno espone pezzi significativi della propria produzione, riproponendo in piccolo la filosofia della MINIGALLERY: l’eterogeneità come gesto che vada incontro al visitatore; creare un panorama diversificato in grado di includere, con una sua coerenza, espressioni diverse tra loro come dialogo con l’osservatore.

 

Sonia Agosti (Fiorenzuola d’Arda, 1973) ha frequentato l’Accademia di belle Arti di Firenze. Allieva di Gianfranco Asveri e di Giancarlo Bargoni, vive e lavora a Villanova sull’Arda, in provincia di Piacenza. Di lei scrive Pietro Bellasi, antropologo, sociologo e critico d’arte: «La tua pittura è tutta espressionista, tu in fondo sei un’espressionista e questo tuo espressionismo unito al dubbio ti dà la possibilità di cogliere la realtà facendoti camminare su questo scrìmolo […]. La tua pittura è sofferente, non ci sono dubbi. Questo orlo tra l’informale, che è la liberazione totale delle forme e un figurativo appena abbozzato, dove appaiono volti, mi suggerisce l’idea dell’incontro tra l’organico e l’inorganico, il minerale e il biologico e non è mai deciso, perché è talmente doloroso che è impossibile deciderlo […]».

 

Stefano Frascarelli (Assisi, 1981) ha fatto dell’astrazione dal dato reale – quasi sempre il paesaggio – e dello studio dei limiti del linguaggio pittorico – intesi come barriera entro la quale organizzare una composizione in grado di annullare i suoi stessi confini – il centro della propria ricerca, sviluppata attraverso una coerente sperimentazione sul colore, puro, primario; sui materiali, principalmente gli smalti e il plexiglass; e sulla sua loro libera possibilità di rivelare qualità e proprietà, avanzando tra caso e autorialità. «Dipingo paesaggi astratti. Una costante di molti lavori è la linea che descrive l’orizzonte, a volte netta ed evidente, altre meno marcata e più sfuggente. Un confine tra i colori, un luogo dove si concentra l’occhio. Con gli smalti ed il plexiglass la linea e la sintesi ordinata si rompono e lasciano spazio all’invadenza dei colori netti e vitali».

 

Sergej Glinkov nasce a Kiev nel 1963. Nel 1981 si trasferisce in Italia, dove compie gli studi di pittura presso l’Accademia di Belle Arti e di architettura presso lo IUAV di Venezia. Dal 1984 ad oggi ha allestito numerose mostre personali e collettive in Europa e negli Stati Uniti. «Partendo dall’intima passione per le architetture e per le ambientazioni bucoliche, fino all’importante serie dei nudi e allo studio sui cavalli ed in particolare sui tori, Glinkov porta all’estremo la sua ricerca sulla materia pittorica soffermandosi sulla consistenza del colore degli elementi ancor prima che sulla sua tonalità, che di conseguenza si adegua. La pittura ad olio sulla tela convive in forma fluida, quasi liquida, ed in forma materica; l’accostamento di diverse densità dello stesso elemento determina la possibilità di percepire la terza dimensione, la profondità che è alla base dell’illusione della pittura» (S.F.).

 

Giancarlo Savino (Napoli, 1947), dopo aver passato molti anni tra Milano, Copenaghen e Monaco, si trasferisce a Roma nel 1997, dove attualmente vive e lavora. La sua ricerca si concentra sulla figura umana ed è dedicata al mistero dell’anima. Scrive Paolo Balmas nel catalogo Mal di terra a Palazzo dei Sette, Orvieto: «Le cancellazione e le distorsioni, appunto, saranno lo strumento chiave per quella nuova operatività di Savino, che attraverso questa modalità taglia i ponti con ogni tipo di immagine che allontani l’arte dall’ideale di uno scavo continuo all’interno dell’esistenza, alla ricerca di un tempo interiore del divenire, che non può più permettersi di confondere l’elaborazione del dolore con l’eliminazione dello stress, la tensione verso la felicità con l’acquisizione di merci e beni, la maturazione sociale con la condivisione di mitologie collettive […]».

 

Angelo Zanella (Lovere,BG, 1960) si diploma all’Accademia di Brera, e a inizio anni ’90 apre uno studio a Parigi, viaggiando tra Italia, Francia e Stati Uniti. Il suo Bestiario «è una raccolta di anime, diversamente dai bestiari medievali dove venivano suggeriti riguardo agli animali simboli teologici, filosofici e morali […]. L’animale è l’essere complesso che vive del vivente». «Gli occhi si dice siano lo specchio dell’anima e con Zanella tali occhi diventano l’espressione di qualcosa di profondo, di emozioni umanizzate. La sensibilità, nel tirar fuori parte di sé, affiora. È come se l’uomo si facesse bestia e la bestia si facesse uomo. La Bestia è stata la prima agghiacciante paura dell’uomo. Nei dipinti dell’artista questa paura è svanita perché non si coglie l’apparente distinzione fra le razze. L’anima li accomuna e li distingue dal regno vegetale» (Laura Bartoli).

 

FIERAE

Le Artigiane ospitano la MINIGALLERY di Assisi

 

Sonia Agosti

Stefano Frascarelli

Sergej Glinkov

Giancarlo Savino

Angelo Zanella

 

Le Artigiane

via di Torre Argentina 72, Roma
06.68309347 info@leartigiane.it

Inaugurazione: sabato 23 ore 18.30

Dal 23 al 30 gennaio 2016

Orari mostra: lunedì–sabato 17.00-19.00

 

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Le Artigiane ospitano Takeawaygallery.

 

 

RADIATE | DIFFRACTION

Le Artigiane ospitano Takeawaygallery

 

Federica Campochiaro, Anna Del Vecchio, Marco Ercoli, Eduardo Fiorito, Simone Marini, Massimo Nota, Massimo Scognamiglio

 

Dal 20 al 26 novembre Le Artigiane, consolidato punto di ritrovo per gli appassionati di prodotti realizzati a mano, inaugurano il primo di un ciclo di appuntamenti dedicati alle arti visive. Ad aprire il progetto, la Takeawaygallery di Roma, realtà non profit dedita da anni a promuovere il lavoro di giovani autori, organizzando mostre sia in spazi canonici che fuori dal circuito consueto dell’arte. Per l’occasione, verranno presentate le opere di Federica Campochiaro, Anna Del Vecchio, Marco Ercoli, Eduardo Fiorito, Simone Marini, Massimo Nota, Massimo Scognamiglio.

 

Le Artigiane, che dal 2010 ha uno spazio espositivo permanente in via di Torre Argentina a Roma, ha periodicamente ospitato mostre, eventi, corsi, pensando gli ambienti suddivisi come “laboratori” dinamici. La novità, dunque, non consiste tanto nel voler schiudere le proprie porte all’arte contemporanea (spesso presente, sebbene sempre “in minoranza”), quanto nello sforzo di dare all’appuntamento una cadenza ricorrente e nel concepire ogni step come singolo capitolo di una visione d’insieme, complessiva. Da gennaio infatti, una volta al mese, saranno accolti nel piano superiore dello spazio, sotto il famoso lucernario, altrettanti Enti, Associazioni, non profit, ciascuno con un progetto ad hoc, per discutere, mettere in scena o approfondire, attraverso l’arte, il concetto di rete, scambio, sistema, stessi presupposti su cui è nata, nel 1999, Le Artigiane.

 

A fare da apripista, in anticipo rispetto alla data di inizio fissata per il nuovo anno – inaugura di fatto il 20 novembre – la Takeawaygallery, che della condivisione di energie, del confronto prolifico con linguaggi “altri”, della libertà nell’inventare occasioni di incontro il più possibile aperte, fluide, anticonvenzionali, ne ha fatto la propria “missione”. Sarà inoltre la stessa Associazione ad accompagnare Livia Carchella e Bruna Pietropaoli nella stesura del calendario e nell’individuazione di realtà affini.

Per Radiate ha deciso di proporre ed introdurre al pubblico “trasversale” che visiterà lo spazio durante il corso dell’esposizione, le opere degli ultimi artisti, in ordine di tempo, ad aver aderito al “progetto” Takeaway, con cui dunque non ha avuto ancora modo di cooperare. Sette in tutto, presentano ciascuno un lavoro completo, esemplare nel corpus del proprio percorso, per meglio offrire una panoramica esauriente di processi ed intenti che ne muovono l’operare.

 

 

FEDERICA CAMPOCHIARO. Federica Campochiaro è nata a Potenza nel 1987. Da sempre lavora con la fotografia analogica, imparando e sperimentando le tecniche di stampa e sviluppando una visione fortemente intimista. In questa occasione propone una serie di fotografie dal titolo La Zona, stampate a mano ai sali d’argento su carta baritata e scattate tra il 2012 e il 2013. Sono ritratti e autoritratti, identità che non si possono mai conoscere del tutto, sospese in uno spazio indefinito. I protagonisti delle foto, secondo le parole dell’artista, rimangono intrappolati in una “zona”, un “territorio immaginario che rappresenta un luogo dove si è presenti e assenti allo stesso tempo”. (Donato Di Pelino)

 

ANNA DEL VECCHIO. Avviata alla pittura (nasce a Riano, Roma, nel 1941), con una predilezione per i gessetti e le opere su carta, si avvicina ad un linguaggio essenziale ed astratto, ottenuto con vari mezzi e materiali, di cui Sfumature (2014-15), la serie fotografica presentata da Le artigiane, è la risposta più matura. Se l’intero ciclo analizza le possibilità del sole e delle ombre di dar vita ad accostamenti inconsueti di nuance, interrogando e rendendo palese lo status della fotografia come scrittura con la luce, il progetto è organizzato seguendo tre percorsi visivi: orizzonti, diagonali, e “fiori”. I primi saggi sono monocromi; poi lavora per addizione, aggiungendo sempre più tonalità e varianti, nella volontà di rappresentare tutte le sfumature di un dato colore.

 

MARCO ERCOLI. «La ricerca cromatica oltre la rappresentazione. La pittura è creare una dimensione atemporale. La tridimensionalità attira e proietta l’osservatore in un dialogo con lo spazio e l’opera, uscendone più arricchito, sia di dubbi che di domande e di risposte». Descrive così la propria poetica il giovane artista romano, classe 1986, che in questa sede espone le cinque tele di cui è composto Il Silenzio (2014), “studio” sulla percezione dei piani, volumi, delle variazioni di toni, della composizione pittorica in genere. Il soggetto è una rigogliosa vegetazione, la natura, elemento ricorrente nei suoi lavori, indagata da oltre un quinquennio, dapprima come principio di perfezione e armonia, successivamente nella sua simbiosi con l’essere umano.

 

EDUARDO FIORITO. Nasce a Napoli nel 1977. Si dedica a teatro, multimedia e videoarte ma è principalmente con la fotografia che si esprime. Le immagini che presenta sono estratte dalle serie Bambini nel tempo (2013-14) e L’Arcadia dietro la nebbia (2015), affini negli intenti e consecutive nella narrazione. «Oggi la fotografia – dichiara Fiorito – non può solo catturare l’istante, ma liberarlo, espanderlo al di là dei confini dello spazio e del tempo. Se oggi il reale è diventato l’immateriale, allora la fantasia viaggia sugli stessi binari della realtà. E se è vero che il mondo è la visione che di questo ne abbiamo, possiamo anche alterarlo, cambiarlo o crearne uno che risponda ad un concetto di verità non empirica, ma più vicina al senso intimo di questa parola».

 

SIMONE MARINI. «Il messaggio è negli occhi di chi guarda; quello dell’artista è solo un quarto del processo…» così Marini descrive il proprio mondo fatto di “oggetti” in grado di dialogare “da soli” con l’osservatore: il cibo che cuoce lasciando un’impronta sulla carta da forno; giochi fatti a mano per raccontare di pratiche in via d’estinzione; muri che scoloriscono al sole, con impressi feticci, apparizioni, effigi; il colore puro che scorre sulle superfici. Simone Marini (Roma, 1971) approda alla pittura nel 2005; predilige la tavola come supporto. Produce cicli di opere in cui l’indagine “bruta” della realtà e la veemenza del gesto vengono “addomesticate” da cromie brillanti e da minuziosi particolari.

 

MASSIMO NOTA. Artista e illustratore (Roma, 1959), vive e lavora a Roma. Ha affidato alle parole di Enrico Ducrot la presentazione dei propri intenti: «Se l’artista cerca non di duplicare l’ordine (sconosciuto) del mondo ma di offrire al lettore un ordine del mondo, come esperimento sul mondo stesso, le tecniche principali di cui può fare uso sono il catalogo, la giustapposizione, l’elenco. E fondando la propria autorità sul progetto di radunare immagini disperse, frasi incomplete e significati discontinui, scopre alla fine, il nucleo intimamente etico di ciò che sta facendo». La tecnica prediletta è quella del collage, mixando e sovrapponendo disegni, pittura acrilica, acquarelli e fogli di carta.

 

MASSIMO SCOGNAMIGLIO. Artista, fotografo, scrittore e digital evangelist; vulcanico creatore di immagini, mai fermo alle convenzioni, ha sempre uno strumento di “pittura” analogico o digitale tra le mani, sia esso il pennello, un dispositivo touch, il computer, la macchina fotografica. Predilige il grandangolo, non solo per riprendere scene d’insieme ma per scattare così vicino al soggetto che quasi lo può sentire respirare.
Scognamiglio (Roma, 1969) considera REBIRTH il suo progetto ad oggi più importante, che lo vede impegnato nei 5 continenti. REBIRTH è una performance e una mostra fotografica, nata per testimoniare la transmutazione e l’accettazione dei cambiamenti attraverso il pensiero lucido di un’esperienza comune a tutti noi: il momento finale, la morte. E la resurrezione, se ci si crede.

 

RADIATE | DIFFRACTION

Le Artigiane ospitano Takeawaygallery

 

Federica Campochiaro

Anna Del Vecchio

Marco Ercoli

Eduardo Fiorito

Simone Marini

Massimo Nota

Massimo Scognamiglio

 

Dal 20 al 26 novembre 2015

 

Sponsor tecnico: OFFICINA AGRICOLA Terra di Sapori e di Saperi

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